venerdì 1 maggio 2009

YOGA E SALUTE


"Chi è moderato nel mangiare e nel dormire, nel lavoro e nel riposo, può con la pratica dello yoga mitigare le sofferenze dell`esistenza materiale". (Bhagavad-Gita 6.17) Esistono ormai svariati studi clinici che dimostrano come lo Yoga offra numerosi benefici per la salute psico-fisica, fra cui l'aumento dell'efficienza del sistema cardio-circolatorio, il rallentamento del ritmo respiratorio, il miglioramento della tonicità del corpo, l'abbassamento della pressione arteriosa, un rilassamento generale e una riduzione di stress ed ansia; le pratiche di Yoga favoriscono inoltre il miglioramento della coordinazione psico-motoria, della postura, della flessibilità articolare e della concentrazione, il sonno risulta più regolare e la digestione facilitata. Negli ultimi anni si è assistito anche ad un utilizzo dello Yoga come terapia coadiuvante nel trattamento di condizioni severe come il cancro, il diabete, l'artrite, l'asma e l'AIDS. Sia che questa disciplina venga utilizzata come metodo per prevenire o trattare particolari patologie sia che sia considerata un mezzo per combattere i sintomi delle malattie croniche di difficile gestione è però fondamentale ricordare che lo Yoga non è una terapia bensì una vera e propria filosofia di vita, un mezzo per ottenere una perfetta armonia tra mente e corpo, un'opportunità di scoprire il nostro sè più profondo.
«Malattia, apatia, dubbio, negligenza, indolenza, inclinazioni mondane, illusione, non attingimento di uno stadio, instabilità; questi determinano la distrazione della mente e costituiscono gli ostacoli. Dolore (mentale) disperazione, nervosismo e respiro difficile sono i sintomi di una condizione distratta della mente» (Yogasûtra I-30,31)
«La mancanza di vera conoscenza è la sorgente di tutte le sofferenze e i dolori, siano essi allo stato dormiente, attenuato o pienamente attivo. Confondere il transitorio con il permanente, l'impuro con il puro, il dolore con il piacere, e quello che non è il sé con il sé; tutto ciò è chiamato mancanza di conoscenza spirituale, avidya» (Yogasûtra II-4,5)
Con queste poche ed illuminanti parole il saggio Patañjali esprime i concetti fondamentali che guideranno la pratica dello Yoga, ma qualcun altro nello stesso periodo, usando quasi le stesse parole, tracciava i solchi che avrebbero poi condotto alla via della cosiddetta «Scienza della conoscenza della vita» ovvero l'Âyurveda. Si tratta di Charaka, il compilatore del più antico e basilare trattato sulla medicina ayurvedica giunto fino a noi, la Charaka Samhitâ; il suo scopo è guidare la condizione umana oltre i limiti dell'ignoranza e della sofferenza sia fisica che mentale:«L'errato convincimento su ciò che è eterno e ciò che non lo è, su ciò che è salutare e ciò che non è salutare, costituisce un disturbo dell'intelletto, perché l'intelletto (in condizioni normali) vede in modo equilibrato»
«A causa dell'indebolimento della volontà non si può controllare la mente che è incline verso il campo degli oggetti; la funzione della volontà è di guidare la mente lontano dagli oggetti insalubri» (Charaka Samhitâ Sarîrâsthâna I-99,100)
Secondo un'opinione universalmente diffusa in India, una disciplina è degna di essere studiata solo se ha un'effettiva utilità o consente di realizzare uno dei quattro purusârtha (fini dell'esistenza umana) ovvero, secondo l'Âyurveda: dharma: derivante dalla radice verbale dhri che significa sostenere, azione di sostegno, dunque mantenere l'ordine nell'Universo, la legge;artha: gli oggetti materiali, la prosperità ed il benessere che sono necessari per la vita; kâma: passione, desiderio, amore sensuale; moksha: dalla radice muc che significa sciogliere, liberare, dunque sciogliere i legami ed attuare la propria ascesi spirituale. Charaka afferma che la malattia ostacola il raggiungimento di qualsiasi scopo, accorciando la vita e limitando quindi il tempo a disposizione per lo studio dei testi sacri e la pratica dell'ascesi e pertanto è necessario superarla; osserviamo come la malattia sia anche per Patañjali la prima condizione di ostacolo. Secondo Chakrapani, un commentatore della Charaka Samhitâ, lo stesso autore, ovvero Patañjali, il Signore dei Serpenti, avrebbe composto gli Yogasûtra, l'opera grammaticale di Mahabhasya di commento a Pânini e la Charaka Samhitâ stessa (Charaka Samhitâ Sarîrâsthâna I-1). La sua compilazione è molto antica; risale a 5000 anni fa, in grembo alla medicina vedica, le cui pratiche sono codificate in modo particolare in uno dei quattro Veda, l'Atharva-Veda, ove vengono descritti - in 371 inni - i rituali necessari per scacciare le malattie. Queste memorie vediche di una prima antica medicina sono espresse in termini di formule indirizzate contro i demoni o i nemici; mantra per curare malattie, ma si ritrovano anche mantra per garantire salute e longevità, successo e vittoria, attrazione sessuale e vigore maschile. Non è difficile constatare che fra l'Atharva-Veda e la scienza medica vi sono molti elementi comuni, in particolare il lessico anatomico, l'uso di alcune piante officinali, alcuni dati di fisiologia e patologia. E' inoltre evidente che si presentano entrambi come saperi sacri rivelati da Dio ed eternamente validi. La stessa Charaka Samhitâ afferma esplicitamente tale legame:«Quando ci si chiede quale fra i quattro Veda è seguito dai dotti in medicina, la risposta è che i medici ripongono la loro devozione nell'ultimo fra i quattro, perché esso tramanda una terapia fatta di offerte, benedizioni, oblazioni, pratiche di buon auspicio, sacrifici, osservanze religiose, espiazioni, digiuni, mantra, e così via. Questa terapia è prescritta per giovare alla longevità» (Charaka Samhitâ Sûtrasthâna XXX-20,21) Gli yogi furono in realtà i primi ricercatori in campo medico; essi, così vicini alla natura, ne osservavano le dinamiche, studiavano e conoscevano profondamente le piante ed i loro effetti sul corpo e sulla mente. La medicina degli asceti itineranti che si guadagnavano da vivere con la loro scienza medica, curando le ferite e le malattie. Ricordiamo che charaka significa «colui che si sposta di luogo in luogo»: può quindi essere un riferimento ai medici itineranti che viaggiavano per i villaggi ed il territorio. La medicina vedica celebra la vita; negli inni si ritrova l'amore per la vita, la propensione all'amore, alla ricchezza ed al benessere.
«Per colui che vede il proprio Sé espanso nell'universo e l'universo nel proprio Sé, e che vede il superiore e l'inferiore, la pace sulla conoscenza non viene mai a mancare» (Charaka Samhitâ Sarîrâsthâna V-20)

LO YOGA DEL CORPO




"Come l'asse si logora e alla fine si spezza se il carro è sovraccarico, la strada sconquassata, il guidatore inesperto e le ruote deboli, così la durata della vita umana si riduce o addirittura si dimezza se il corpo è sottoposto a sforzi eccessivi, la dieta inadatta, i pasti irregolari, se non lo si tiene nelle posizioni giuste, indulge troppo nel sesso, viene esposto ad inquinamento atmosferico, non sopprime i desideri che devono essere soppressi e cerca di reprimere quelli che non possono essere repressi e se sta in compagnia di persone ignobili" (Ayurveda, Agni-Purana)


Il corpo va mantenuto in salute con sobrietà in modo da non essere un peso per l'anima, ma anzi sostenerla e accompagnarla nel cammino spirituale. Il corpo fisico quindi può essere il problema o la soluzione per i problemi dell'anima e per questo uno yogi se ne prende amorevolmente cura. Il corpo non deve essere trascurato ma nemmeno viziato. Non bisogna affaticare il corpo senza ragione: va tenuto in grande considerazione perché solo con esso si possono soddisfare i desideri della mente e raggiungere la realizzazione del Sé. Non dovremmo dunque procurargli difficoltà inutili perché quando si indebolisce si perde la determinazione. La determinazione viene dal vigore fisico e significa continuare a pratica lo Yoga con pazienza e perseveranza anche se non raggiungiamo immediatamente i risultati desiderati. Il successo è sicuro per la persona che dimostra di essere stabile nella pratica dello Yoga.Dobbiamo quindi lavarci, mangiare e dormire regolarmente per mantenere la mente e il corpo in buona salute. Il problema dell'attuale civiltà è la tendenza ad accrescere le necessità del corpo che invece andrebbero ridotte. Mangiamo ciò di cui abbiamo bisogno, dormiamo quanto è necessario, e la nostra salute sarà ottima. Ogni essere umano, praticando lo Yoga, contribuisce all`equilibrio cosmico grazie al raggiungimento di un proprio stato armonico con l'ambiente circostante e un conseguente senso di pace e benessere interiori.